Strascee
El strascee per procurarsi la merce, girava di rione
in rione e lanciava il suo richiamo a gran voce, tanto da far nascere il
detto: "Te vóset come on strascee". Gridi come lo straccivendolo, a gola
spiegata, per sottolineare la furbizia negli affari si usava dire:
"Ebrej e strascee voeuren crompa sossenn con pocch danee". Ebrei e
cenciaiuoli vogliono comperare molto con pochi soldi.
Proverbiale era anche la sua facilità a montare in bestia, da cui: "Dà
foeura come on strascee".
Nota era una cantilena popolare gridata dai monelli alle spalle dei
cenciaiuoli che, un tempo, avevano il loro quartiere presso Ponte
Vetero: "E mort san Peder, strascee de Ponteveder, è mort san Paol,
strascee del diavol". È morto san Pietro, cenciaiuolo di Ponte Vetero, è
morto san Paolo, cenciaiuolo del diavolo.
Ormai in disuso la frase: "Dàghela al Borella!" Dalla al Borella! Questo
Borella fu in realtà un noto straccivendolo e ferrivecchi, abitante in
Tenaglie, dietro all'Arena; il quale, perché piccolo e grasso come una
palla, era conosciuto da tutti per il Borella, che in milanese vuol
appunto dire "palla"; e quando si voleva dire che un oggetto non valeva
più nulla si diceva: "Daghel al Borella, che l'è mej!"
Opera di Bogani Alberto