"Le immagini dell'artista Scarpati che ci sono state
proposte da rielaborare hanno costituito per noi
un'interessante, ma anche impegnativa riflessione sul modo
migliore di rapportarci con delle scene tratte dal romanzo dei
"Promessi Sposi", per farne un personale veicolo di espressione,
e oltre a questo una ridefinizione del concetto di pensare e
fare arte non più come puro esercizio scolastico, ma come
coinvolgimento totale che si esplicita nel tentativo di
orientare il proprio vissuto interiore e conoscitivo a una più
critica attenzione verso quello che è il panorama artistico, ma
anche sociale e politico contemporaneo. Certo, per noi studenti
avere un quadro di riferimento chiaro del mondo artistico
attuale è molto difficile, anche perchè non è semplice indicare
un indirizzo e un'atmosfera predominante nella situazione
odierna, sull'orlo di un mutamento radicale, che ha fatto
dell'instabilità e della frammentazione il proprio status
quotidiano; si ha così l'impressione che l'arte sia lo specchio
fedele di questo mondo, del nostro modo di vivere e di essere
nel mondo, il nutrirsi d'incertezze, di brevi e facili slogan,
immagini luminose quanto inutili e stereotipate. Ma l'arte non
si limita a pura immagine e testimonianza della realtà, non è
mero riflesso quanto invece è riflessione e interpretazione.
Capire l'arte è capire il tempo dell'arte, e il tempo dell'arte
è il tempo del pensiero umano che non costituisce un flusso
ordinato di eventi e sensazioni, ma come ci hanno mostrato i
romanzieri all'inizio del secolo scorso è un composto fluido,
magmatico ed enigmatico che supera la concezione vettoriale del
tempo mostrando un divenire che è complesso, circolare e dunque
totale. Per analogia questa totalità è la stessa che noi
chiediamo all'arte, che come detto non è riproduzione del
sensibile, l'arte non serve alla cronaca più di quanto la
cronaca non serve all'arte, ma arte che sia profezia del futuro,
presente dell'individuo e passato del mondo. Un'arte di
congiunzione, di osmosi che faccia del divenire un principio
impronunciabile affinché questo non sia subito trapassato nella
memoria. Non si deve cogliere questa visione dell'arte come a
"un'ossessione per la modernità", non c'è modernità senza una
tradizione che al tempo fu a sua volta assolutamente moderna e
questo è anche riscontrabile nell'opera dei "Promessi Sposi" che
per il suo carattere innovativo non potè fare a meno
d'influenzare a lungo gli scrittori italiani che per
similitudine o contrasto si sono confrontati con essa."
5^ Liceo
Artistico
Istituto
Statale d'Arte Giussano
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