"La scomparsa
di Giorgio Scarpati è una grossa perdita per l'intera comunità
di Giussano: in campo culturale si crea un vuoto non più
colmabile, i molti amici perdono il simpatico maestro d'origine
napoletana i cui caratteristici atteggiamenti pungevano l'aria
come la brezza del mattino.
La sua è stata una vita di ricerca continua sui testi al fine di
approfondire l'ambiente, l'atmosfera sociale, la psiche dei
personaggi, e offrire a tutti noi che godevamo della sua
traduzione pittorica uno spaccato preciso e puntuale del
contenuto. Lui stesso nel momento in cui andava realizzando
l'opera amava confrontarsi con l'interlocutore per capire quel
qualcosa di nuovo che poteva servire a una migliore
interpretazione.
Chi aveva abitudine agli incontri ha potuto beneficiare di
interessanti spazi culturali che abbracciavano, oltre che
l'arte, anche la letteratura e la storia intesa come cammino
dell'umanità.
Nulla era lasciato al solo istinto, alla maestria del segno: il
quadro era il risultato di una macerazione, di un
approfondimento particolare.
Quello che la matita ha espresso è una immensa miniera di vere e
proprie opere che, ci auguriamo, il tempo e la disponibilità dei
famigliari ci farà scoprire: il disegno di cui era abilissimo ci
offrirà quanto al suo animo, meglio la sua anima ha meritato. Il
godimento che provavamo nelle non brevi e non poche
conversazioni rimarrà dentro di noi come una stagione di vita:
bastava che trascorresse un po' di tempo perchè lo si sentisse
reclamare una visita. Gli piaceva seguire da vicino anche gli
avvenimenti della sua città anche se sempre meno lo si vedeva
per le strade; si sentiva giussanese a tutti gli effetti e amava
ripetere che proprio tra di noi ebbe modo di superare i momenti
difficili di avvio dell'artista.
Era felice di sentirsi sollecitato a preparare qualcosa per la
sua Giussano e desiderava degli spazi in cui poter collocare in
dono studi, bozzetti e cartoni. Questo suo sogno non lo vide
realizzato ma sapeva del nostro impegno e di questo ne godeva.
Avevamo anche pensato di ricordare i suoi ottant'anni con una
grande retrospettiva: un progetto che lui non conosceva ma che
oggi più di ieri vorremmo si concretizzasse. Se ne è andato in
silenzio, in punta di piedi, quasi per evitare clamori, come la
sua minuta figura ce lo faceva immaginare. Un triste giorno
d'agosto lo ha strappato a noi per sempre nonostante i suoi
successivi propositi e le nostre amichevoli speranze: l'abbiamo
visto tristemente spegnersi con un nodo alla gola per la cara
persona che stava lasciandoci.
Il cavalletto è ammutolito con lui quando ancora portava il
segno della sua arte, l'interpretazione in divenire: "le
Valchirie" appena finite sono quasi il segno della sua cavalcata
per i cicli della sua profonda fede e del suo immenso amore
all'uomo. Tutto tace in queste ore che non sono d'angoscia ma di
gratitudine per la bellezza da
lui coltivata e a noi donata. Presto ci sarà il risveglio
dell'amicizia vera: sarà il momento in cui attorno alla sua
straordinaria fatica ci soffermeremo meravigliati e
riconoscenti... e ci sembrerà di vederlo ancora in mezzo a noi."
*Erminio Barzaghi
*Dal mensile
"Giussano" del novembre 1987
"ARTISTA E
MAESTRO
Il pregio più significativo dell'amico pittore Giorgio Scarpati
è stato quello di aver coltivato grande rispetto per i testi
letterari che ha avvicinato nella sua lunga carriera d'artista.
In possesso di una non comune padronanza del disegno Egli fu un
ragguardevole illustratore di grandi testi letterari che fecero
conoscere attraverso la pittura la storia di tutti i tempi:
dalla Divina Commedia, alla Bibbia, ai Promessi Sposi; dal
teatro di tutti tempi a Cristo nella Sua passione, dal sempre
venerato San Francesco al costume corrente nella ricerca
dell'evolversi della società del nostro tempo: tutto avvicinato
con umiltà e rispetto senza prevaricare con interpretazioni
astruse. La sua fu una lettura controllata, attenta, di ricerca
sugli avvenimenti della storia e ciò in virtù dell'enorme mole
di schizzi e disegni preparatori più o meno sviluppati.
Stupiva la sua facilità di tracciare quanto la lettura e
l'assorbimento dei testi suggeriva: non lasciava nulla alla pura
fantasia chiedendo molto a quanti li sapeva studiosi della
materia. Non si accontentava di quanto la sua intelligenza e la
sua notevole cultura gli poteva suggerire.
Era interessante e istruttivo avvicinarlo e godere delle sue
dissertazioni sulle opere che andava sviluppando lungo i vari
percorsi pittorici, e poi quella grande voglia di illustrare, di
cimentarsi nella cultura di tutti i tempi che probabilmente non
ha eguali nell'arte di tutti i tempi
Era un illustratore nato perchè avvertiva che il disegno era la
sua dote migliore: matita, carboncino, cera, pastello erano le
materie che sentiva più dell'olio, della tempora, anche se
alcuni lavori sono esemplari e meritevoli di considerazione. La
sua capacità di interpretare le masse sono un aspetto
straordinario nel suo lavoro: basta esaminare la sua Divina
Commedia in cui i corpi esplodono in masse informi e in cui però
ogni figura è studiata e realizzata in particolari di
straordinaria bellezza: è la grande maestria nel disegno che
entusiasma ogni attento lettore dell'opera.
Scarpati appartiene a quel gruppo di artisti che non hanno
voluto attrarre l'approccio all'arte con un forte segno e colori
duri: Egli ci conquista con la lievità e l'approfondimento del
pensiero che non tutti può colpire al primo impatto e
soprattutto permette di avvicinarsi non solo all'opera ma allo
studio non superficiale del testo che ha ispirato la stessa
opera: può piacere o meno ma a lui ci si deve mettere di fronte
con la convinzione di essere davanti ad un maestro che ci
conduce nella storia in modo piano, senza stravolgimenti, come
nella lettura di un libro nella quiete di una stanza.
E' con
questo spirito che ci avviciniamo ai Promessi Sposi: essi ci
permettono una lettura piana di quel grande romanzo che merita
di essere riletto come un'opera fondamentale per la conoscenza
del costume di un'epoca e per l'apprendimento di un genere
letterario che forse capovolse la narrativa del nostro stile
letterario.
Anche qui osserviamo una sensibilità tutta di Scarpati che giova
al lettore per penetrare tutta la vicenda: le figure stupende, e
ne cito solo due, dei monatti e la madre che consegna loro la
propria bambina morta di peste "scendeva dalla soglia" sono
quadri che non si dimenticano facilmente.
L'occasione di poter usufruire delle tavole in esposizione è un
privilegio da non perdere perchè, per noi, difficilmente si
ripeterà facendo parte di una collezione privata a cui va il
merito del prestito."
Ermino Barzaghi
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