"CONCORDIA ET CONVENIENTIA" DEGLI UOMINI DI COLCIAGO DEL 5 GENNAIO 1204
Colciago, oggi frazione di Lurago d'Erba, giace su d'un ameno colle a sinistra della strada che da Milano conduce ad Incino-Erba. Anticamente faceva parte della corte di Calpuno, corte donata, insieme alle altre due di Cremella e di Bulciago, dall'imperatore Berengario nel 920 ai canonici della chiesa di S. Giovanni Battista di Monza (1). Senonché sul cadere del secolo XII i signori di terre della campagna milanese, spinti dal movimento della libera vita comunale, che dalle città veniva diffondendosi alle campagne, presero a promulgare particolari statuti pei loro sudditi, onde meglio provvedere alla conservazione della loro autorità signorile. E questo mentre da una parte segnava una restrizione dell'autorità del signore, obbligato ad accettare limiti fissi, dove prima valeva l'arbitrio assoluto di lui o de' suoi ministri, dall'altra segnava un notevole passo verso l'emancipazione delle classi agricole, che venivano acquistando coscienza della propria forza e dei propri diritti (2). Lo spirito d'indipendenza, che agitava i rustici ("homines") nei rapporti col loro signore, per ottenere almeno una parte di quella libertà, della quale già pienamente ne godevano i cittadini, si esplicava talora in accordi fra i rustici stessi ("convenientia", "concordia et convenientia"), come sono quelli degli uomini di Colciago del 1204, che qui pubblichiamo. Non sempre tuttavia tali accordi si formavano col consenso diretto o indiretto del signore, ma ben anche in opposizione ai divieti del medesimo, così che tali conventicole in certi momenti assumevano il carattere di vere associazioni di resistenza (3).
Già nel 1196 l'arciprete Ariprando da Rhò aveva emanato gli statuti per Calpuno, quando il 5 gennaio 1204 gli uomini di Colciago si accordarono di promulgare per mezzo di Ambrogio "de Tabiaco", abitatore del luogo, degli ordinamenti per un andamento della loro piccola comunità, sempre salvo in tutto e per tutto il diritto d'imporre e d'esigere tributi, spettante al comune di Milano e al capitolo di S. Giovanni. Sono disposizioni soprattutto di carattere rusticano, come portava il senso pratico di quei villici. Infatti mentre tutti gli altri statuti sono formati ed intimati personalmente dagli arcipreti e tendono di preferenza coi loro precetti a salvaguardare il diritto di signoria, poiché contengono norme di diritto civile e fissano per lo più banni per delitti e contravvenzioni in quanto includono un'offesa al diritto signorile (4), questa "concordia et convenientia" degli uomini di Colciago mira più che tutto a provvedimenti contro danni arrecati e delitti rurali cagionati dagli uomini o dagli animali.
In nomine domini a. d. M. CCIIII. Quinto die ienuarii Indictione septima. Concordia et Convenientia eorum de loco colziaco talis esse debet hinc ad Kall. ienuari proximo. Ita quod omnes homines istius loci ad undecim annos supra iurare debent ad sancta dei evangelia audiendi et atendendi omne preceptum et precepta quod vel que faceret Ambroxium de tabiaco (5) abitatorem in loco colziaco pro rebus intus vel foris salvere et guardare. Et salvo honore eorum Comunis Mediolani et sancti Johannis de modoecia in omnibus et per omnia. Si aliqua bestia ipsius loci fuerit adcusata pro damno mendet den. II, et si guarda non habet mendet den. IIII. Et si in nocte fuerit inventa mendet den. XII. Et si aliquis puer istius loci a sex annis infra videtur facere dampnum mendet den. II, et ad sex annos supra usque ad undecim videtur dampnum facere mendet den. VI, et ad undecim supra usque ad decem et octo mendet den. Xl, et ad decem et octo annos supra mendet sol. V tertiolorum. Et si aliquis homo istius loci ad decem et octo annos supra caderit ab ista vicinantia ipse creditur non eri
recuperavit sacramentum. Et si aliquis homo istius loci tenetur capre aut bici (6) vel moltoni
mendet sol. quinque. Et si aliquis prestenarius vel tabernarius caderet de pensa vel de mensura que sibi erit data mendet sol. V. Et si aliquis homo istius loci luderit in histo loco ad nullum (sic) ludum unde denarius aut vales amititur mendet den. XXX. Et si in domo alicuius persone istius loci videtur ludere et acusatus erit mendet sol. quinque. Et si aliquis homo istius loci faceret adsaltum vel feridam in isto loco mendet sol. decem, et si feridam faceret unde sanguis ensiret mendet sol. XX. Et si aliquis homo istius loci pignus vidaret de illis mendatis accusatus erit duplum debet mendare et in omni die ex quo pignus erit petitus a consulle vel a decano vel annono (7) suo et ipse vedaret mendet sol. V. Et si aliquis homo videtur tradere vel portare ligna in territoriis nec (sic) in fenidis (8) heorum ex quo sol stramontat interim quod ipse levatus erit mendet sol. III.
A tergo: "Leges datae a Capitulo hominibus de Colciago anno 1204" di mano del secolo XVIII.
La pergamena, la quale si trova in ASM, Pergamene del Capitolo di Monza, fasc. n. 177 (dal 1201 al 1205), misura cm. 17 x 20. Nel mezzo è guasta da un foro.
RINALDO BERETTA
[Articolo apparso sulla rivista: Archivio Storico Lombardo, XXXVIII (1911/30), pp. 378-380.]