[Recensione apparsa sulla rivista Archivio Storico Lombardo, a. LIII (1926/4) p. 539]
VITTORIO ADAMI, Pagine di storia valtellinese. Il pericolo corso dai valtellinesi di rimanere disgiunti dalla Madre Patria (1814-15), Milano 1926, pp. 169.
La Valtellina, data la sua speciale posizione geografica, ebbe vicende sue particolari, ed ha dovuto, come forse nessun altro paese, subire spogliazioni e devastazioni per il frequente transito di eserciti. Ma un giogo più che mai pesante pei valtellinesi fu quello dei Grigioni, il quale soffocava talmente le sue libertà politiche e religiose, che nel 1620 diede luogo a una delle più memorabili ribellioni che la storia ricordi, e conosciuta sotto il nome di sacro macello. La rivoluzione francese rese lindipendenza a quel fiero popolo montanaro, liberandolo dallo sfruttamento oltremontano e con decreto del 28 ottobre 1797 veniva annesso alla Repubblica Cisalpina.
Ma appena legemonia napoleonica accennò al tramonto, i Grigioni presero a brigare per il riacquisto della valle; brighe che si fecero più attive, tenaci, ostinate colla caduta del Regno Italico e durante il congresso di Vienna. I valtellinesi, allinfuori di una piccola minoranza aderente allo straniero, risposero lottando con pari, anzi con maggior tenacia e abilità. Se il colonnello Neri, energica figura di soldato, seppe difendere la Valtellina dallavidità nemica nel periodo di transizione, i due deputati Guicciardi e Stampa ben maggiori difficoltà dovettero superare al congresso di Vienna.
Francia, Russia, Inghilterra, Austria, smaniose che nulla rimanesse in piedi che ricordasse lopera di Napoleone, volevano ricondurre la valle sotto il dominio grigione. Il Guicciardi e lo Stampa riuscirono finalmente, dopo un lavorio abile e costante, a guadagnarsi le simpatie dellAustria, la quale, compresa limportanza militare che per la Lombardia aveva il possesso di tutta la Valtellina, si fece a sostenere le ragioni dei due deputati valtellinesi proprio quando ogni speranza sembrava perduta. Con gli articoli 94 e 95 dellatto finale del congresso, in data 9 giugno 1815, la Valtellina, con gran gioia di quella popolazione, veniva unita alla Lombardia. E così per la tenace volontà del popolo di voler seguire le sorti dei fratelli lombardi, e per labilità diplomatica de suoi rappresentanti, questa forte e generosa valle poté salvare la sua schietta italianità e sottrarsi al pericolo dessere disgiunta politicamente dallItalia. Non era ancora effettivamente libera in quanto aggregata alla Lombardia e quindi alla dominazione austriaca, ma portava con sé il germe di quella libertà che non molti anni dopo le sorriderà, cooperando valorosamente coi lombardi nei giorni della riscossa alla cacciata dello straniero.
Di questo episodio di storia italiana ne trattarono pure gli storici della Valtellina, e specialmente il Romegialli, ma è merito dei colonnello Adami di averci dato uno studio esatto ed esauriente sulla scorta di documenti inediti; studio che merita dessere conosciuto a maggior onore dei popolo valtellinese, tanto benemerito dellunità Italiana.
R. BERETTA