La nascita del Circolo Culturale
Robbiano
All'origine un'esigenza di animazione
culturale e di confronto tra i giovani
Siamo negli anni sessanta, quelli del fervere di iniziative
economiche in tutta la penisola, degli albori del consumismo,
dell'esplodere nella società italiana dell'ottimismo per la meravigliosa
ripresa dopo la guerra e l'affermarsi di uno stile di vita di cui si
assapora abbondanza e varietà di beni. In tale contesto si sperimenta
anche il bisogno di aprire nuovi orizzonti di impegno sociale; la
tradizionale organizzazione del vivere comincia a diventare un po'
stretta e soffocante, soprattutto per i giovani, nei quali più vivace è
acceso il desiderio di novità.
I paesi della Brianza sono conquistati e inebriati da realizzazioni
inaspettate in ambito economico; non si contano i cantieri edilizi
aperti: il sogno di un'abitazione autonoma e confortevole sta diventando
realtà per tante famiglie.
Così è anche in quel di Robbiano. C'è la fame anche di spazi sociali; ed
ecco venire alla luce la nuova Casa del Giovane: ampi spazi, capienti
anche per le classi scolastiche che hanno cominciato a crescere
vertiginosamente, un nuovo bar, sale per riunioni e per il divertimento
dei ragazzi.
Di lì a poco, per opera di un gruppo di giovani, sarà costituito il
Circolo Culturale Robbiano, che promuoverà nel settembre del 1964
l'apertura di un nuova Biblioteca, fulcro di numerose e significative
iniziative culturali. Nel Comune di Giussano è stata da poco avviata la
Biblioteca Civica, con proprio personale e con un ragguardevole
patrimonio librario. Del libro si è percepito il sommo valore e se ne
coglie soprattutto la sua potenzialità di strumento di comunicazione tra
gli uomini. La biblioteca di Robbiano è aperta nell'ottobre del 1964, e
nel 1965 il direttivo responsabile della gestione ne chiede
l'affiliazione all'Ente Nazionale Biblioteche. La sede moderna e
funzionale, arredata con gusto, verrà inaugurata il 13 febbraio 1966 dal
Sindaco di Giussano Sandro Molteni e dal Parroco don Mario Meroni alla
presenza delle autorità religiose e civili "oltre agli esponenti di vari
settori industriali locali".
Presidente onorario è il sacerdote e storico della Brianza, Rinaldo
Beretta. Il patrimonio librario è costituito da 350 volumi, organizzati
e catalogati per tematiche, opportunamente rivestiti di copertine in
plastica; non mancano alcune opere enciclopediche di consultazione;
molti dei volumi sono di argomento religioso e morale.
Della Biblioteca si diventa soci attraverso un'iscrizione che dà diritto
al possesso di una tessere annuale;
inoltre, per consentire l'autofinanziamento (già nel primo anno verranno
acquistati 70 nuovi volumi), è previsto un contributo per il prestito,
quantificato in L. 400 per 12 volumi. La biblioteca è da subito un punto
di riferimento per i giovani del paese e centro di numerose e
significative iniziative culturali: rassegne di cineforum, serate di
dibattito a tema, gite in città d'arte e fiere del libro.
Flavio Galbiati
I princìpi ispiratori
"Il tempo e il mondo in cui viviamo pongono dei
problemi, presentano delle situazioni, esigono delle soluzioni che
nessuno può dare affidandosi alle sole capacità personali, al suo buon
senso anche se sviluppato... occorre un punto sicuro su cui poggiare la
propria fiducia, su cui verificare le proprie decisioni, su cui formare
il proprio modo di vedere, di pensare e di decidere": tale motivazione
di fondo veniva specificata nel momento della costituzione per
rispondere all'interrogativo sul perché di un Circolo Culturale a
Robbiano. Essa potrebbe essere riproposta oggi con valore inalterato:
senza nulla togliere al dato evidente che la nostra società fornisce
all'individuo una quantità di informazioni e conoscenze in abbondanza
attraverso i canali più svariati, appare sempre attuale la necessità di
trovare una chiave di interpretazione degli eventi e un personale
criterio per le scelte delle cose della vita. E che ciò possa essere
fatto in una dimensione di confronto comune e non nel chiuso del proprio
privato, è un'esigenza che si ripropone con la medesima urgenza. L'uomo
di oggi e il giovane in particolare, all'interno della società
complessa, senza più la bussola delle ideologie, corrosi dalle mode
effimere e dal consumismo, appaiono esposti al disorientamento e
all'oblio del significato delle cose. Lo spazio di un autentico discorso
culturale è più che mai necessario dovunque.
L'attività del Circolo Culturale Robbiano è stata da subito orientata da
una ispirazione cristiana con saldi legami nella dimensione
parrocchiale. Molte iniziative culturali sono state promosse all'interno
della parrocchia e in collaborazione con essa; emblematica la scelta di
intitolare il Circolo a Don Rinaldo Beretta.
Gli stessi cicli di cineforum promossi fino al 1970, avevano la
consulenza di critici cinematografici collegati al circuito delle sale
cattoliche. Una delle prime attenzioni fu quella rivolta alla famiglia e
al mondo del lavoro, ricercando per quest'ultimo i significati che la
civiltà industriale stava mettendo da parte; per cui risultano
emblematici i temi di alcune serate: "I valori del credente
nell'ambiente di lavoro" e "Il lavoro nella vita dell'uomo di oggi".
Sulla famiglia si volle riflettere quando si manifestavano i primi
segnali di scollamento delle generazioni, e il pericoloso infiltrarsi
del primato della televisione, insidioso nemico del dialogo familiare.
Leggiamo in un volantino del 1970 che propone una serata di
approfondimento sul rapporto genitori-figli: "La riduzione della persona
ai suoi bisogni frammentari è sintomo dell'incapacità della famiglia di
rispondere al bisogno e all'attesa di una risposta integrale ai problemi
dell'uomo". Dietro tali affermazioni s'intravede la preoccupazione
tipica di quegli anni, fatta propria in maniera particolare dagli
ambienti cattolici, di non appiattire l'esistenza sulla risposta ai
bisogni economici; a tali sollecitazioni non poteva più far fronte una
religiosità di tipo tradizionale, fondamentalmente statica: si
proponevano all'interno delle comunità dei paesi della Brianza, le
istanze di un approfondimento e di una rivisitazione dei valori
religiosi della tradizione, aggiornati secondo le esigenze di nuove
dimensioni culturali e sociali. Si può affermare che l'attività del
Circolo Culturale di Robbiano s'inseriva all'interno di questa ricerca,
con una propria originalità e consapevolezza con la guida dell'allora
coadiutore, don Carlo Gaviraghi. All'ispirazione religiosa, dunque, si
associava una sensibilità ai temi sociali e antropologici, rafforzata
dall'entusiasmo dei giovani del direttivo.
Flavio Galbiati